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sabato 7 luglio 2012
perfect day
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angie
Angie, angie, where will it lead us from here?
With no loving in our souls and no money in our coats
You cant say were satisfied
But angie, angie, you cant say we never tried
Angie, youre beautiful, but aint it time we said good-bye? Federica Diomei
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simpathy for the devil
Federica Diomei
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breaking
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zelda
«Il tuo guaio, Zelda, è che non ti sei accontentata di bere alla fonte della giovinezza e hai continuato a sporgerti dal parapetto per vedere la tua immagine finchè ci sei cascata dentro e sei quasi affogata», dice lui accarezzandole il viso. «Non mi sporgevo per vedere la mia immagine, cercavo di pescare te», risponde lei.
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Albert Camus federica diomei warner bros
Albert Camus (Mondovi, auj Deraan, Algeria, 1913 - Villeblevin,
Yonne, 1960).
Romanziere, drammaturgo, saggista, giornalista e partigiano,
Albert Camus è forse per antonomasia il tipico rappresentante
dell'intellettuale francese del dopoguerra. Profondamente
impegnato nelle lotte e nei dibattiti del suo tempo, continua,
nonostante i malintesi che la sua notorietà stessa ha procurato
alla sua opera lucida e sincera, a svolgere un ruolo di primo
piano nella letteratura del XX secolo.
La memoria di una giovinezza misera sembra avere definitivamente orientato una sensibilità che gli onori non hanno mai sviato: nel 1957, a Stoccolma, di fronte alle teste coronate, il nuovo premio Nobel della letteratura renderà, dalla tribuna, omaggio al suo insegnante di filosofia (Jean Grenier).
Un uomo povero
Albert Camus nacque a Mondovi nel 1913, in una famiglia più che modesta. Allo scoppio della prima guerra mondiale suo padre, operaio agricolo, è ucciso al fronte; sua madre si trasferisce ad Algeri in un alloggio modesto, e vive di lavori domestici e di altri impieghi saltuari. Camus assegnerà più tardi a quest'esperienza della povertà la funzione di una vera scuola di vita. Suo zio, un macellaio, lettore dilettante, gli passa il piacere della lettura e dei libri. Ma il giovane preferisce ancora dedicare il suo tempo all'amicizia, ai bagni di mare e al calcio. Incoraggiato dal suo insegnante di filosofia Jean Grenier, beneficia di una borsa di studio che gli permette di proseguire i suoi studi al liceo quindi all'università di Algeri, dove consegue la laurea in filosofia. Ma di salute fragile e temendo la routine, rinuncia all'insegnamento.
L'entrata in letteratura
Nel 1934 contrae il suo primo matrimonio, che durerà soltanto due anni, e si iscrive al partito comunista, che lascerà tre anni più tardi. Si cerca nella vita e si trova nella letteratura. Il dritto e il rovescio (1937), la sua prima prova, contiene già i temi principali della sua opera: il sole, la solitudine, l'assurdità del destino degli uomini. Nel 1939, Nozze conferma le sue doti d'autore e una acuta sensibilità cui la meditazione filosofica non può bastare. Il giovane autore riesce a conciliare il suo amore per la scrittura con la riflessione e l'azione sia come giornalista presso "Alger républicain" che come animatore di un gruppo teatrale. La seconda guerra mondiale giunge allora a modificare il corso delle cose. La censura determina la scomparsa del giornale al quale lavorava, e Camus è allontanato dall'esercito per motivi di salute.
L'elaborazione di una filosofia
Si risposa e lascia l'Algeria per la Francia. A Parigi, entra nella Resistenza nella cellula "Combat", dove svolge attività di informazione e di giornalismo clandestino. Soprattutto lavora a ciò che già si può definire il "ciclo dell'assurdo". Dal 1940 al 1945, in tre opere capitali, elabora la sua "filosofia". Meursault, ne Lo straniero, uccide un Arabo quasi per caso ed esperisce nella sua cerchia l'indifferenza del mondo. Al teatro è Caligola, interpretato da Gérard Philipe, che spinge l'assurdità delle cose fino a suscitare la rivolta.Il mito di Sisifo affronta le stesse tematiche con taglio teorico: in mancanza di un senso della vita, l'uomo può superare l'assurdità con la "révolte tenace" contro la sua condizione.
Questi lavori sono all'origine dei suoi primi successi ma anche delle prime critiche e dei primi malintesi. Presentato dalla stampa come un filosofo disperato, è associato a Jean-Paul Sartre ed alla corrente esistenzialista, etichetta cui invano cerca di sottrarsi. Ma ormai fa parte a pieno titolo dell'intelligentsia francese. La casa editrice Gallimard lo accoglie nel suo comitato di lettura.
Dalla rivolta al premio Nobel
Alla Liberazione è redattore-capo di "Combat" e prende ormai posizione su tutti i grandi temi che scuotono il mondo: la bomba atomica, i movimenti di decolonizzazione, la pena di morte. Viaggia in Algeria, in America e ovunque prova forti emozioni per la miseria delle popolazioni.
Fin dal 1947, ha iniziato un nuovo ciclo sulla rivolta con un romanzo, La peste, dove l'umanità è posta davanti al simbolo di un male insormontabile. I terroristi russi messi in scena ne I giusti si interrogano anch'essi sul senso dei loro atti allo stesso tempo portatori di morte e di giustizia.
Polemiche e crisi morale
La suo opera L'uomo in rivolta genera un lungo e violento dibattito: alcuni giornalisti lo attaccano, ma anche alcuni partiti politici e intellettuali come Jean-Paul Sartre o André Breton, che gli rimproverano delle inclinazioni "borghesi". Camus si difende, si spiega, risponde. La polemica dura un anno e finisce per deprimerlo, mentre la sua salute si deteriora. Abbandona per un po' il romanzo e si dedica ad adattamenti teatrali di autori stranieri:Dostoevskij, Calderón, Buzzati, Faulkner. Continua d'altra parte ad intervenire a favore delle vittime, contro i carnefici. Questo ripiegarsi su se stesso non è né un riflusso né una rinuncia. Infatti la crisi che attraversa trova presto la sua espressione letteraria e, nel 1956, pubblica La caduta, un romanzo che segna un mutamento del suo stile: ad Amsterdam, lontano dal cielo mediterraneo, un ex avvocato confessa la sua cattiva coscienza e la sua colpa in un monologo pieno d'ironia e di sarcasmi. Una raccolta di racconti esce l'anno successivo, L'esilio ed il regno, dove sono espressi più dubbi che certezze.
La consacrazione
Come Jonas, il pittore di uno dei suoi testi, chiuso in una gabbia per sfuggire i visitatori, così Camus si sente prigioniero del suo pubblico, sia che esso lo ammiri o che lo detesti. Se la celebrità gli pesa, tuttavia raggiungerà il suo culmine. Nel 1957 gli viene assegnato il premio Nobel per la letteratura. Ha quarantatre anni, è il più giovane autore mai premiato a Stoccolma. Questa consacrazione internazionale aumenta la sua stanchezza ma non intacca la sua energia: mette presto in cantiere un nuovo romanzo, Il primo uomo, rimasto incompiuto (e pubblicato ben oltre dopo la sua morte, nel 1994), di cui si può solo dire che avrebbe inaugurato un "ciclo dell'amore".
Il 4 gennaio 1960, Camus rientra a Parigi con il suo editore. Vicino a Villeblevin, nell'Yonne, l'automobile va a sbattere contro un albero. Morte assurda, che dà tuttavia alla sua opera una triste unità. I taccuini che ha lasciato testimoniano lo sforzo costante di una vita tesa alla chiarezza e all'autenticità. warner
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Albert Camus
Anche la lotta verso la cima basta a riempire il cuore di un uomo. Bisogna immaginare Sisifo felice.
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